venerdì 27 gennaio 2012

Giorno della Memoria: per non dimenticare.



Questo giorno è dedicato al ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi di concentramento nazisti. La scelta di tale data ricorda il 27 gennaio 1945, giorno in cui le truppe sovietiche scoprirono il campo di concentramento di Auschwitz e gli orrori che questo richiudeva al suo interno. Le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono tutto l’orrore e l’efferatezza della politica nazista volta allo sterminio della razza ebrea.
(Clicca qui per continuare a leggere l'articolo).

martedì 24 gennaio 2012

"Il senso dell'acqua", di Cristina Fabbrini.


“Il senso dell’acqua”
di Cristina Fabbrini
I Libri di Emil, 2011
pp. 272, brossura con bandelle
€16,00


La protagonista è sposata da poco, ma le cose non vanno bene. Al disagio di coppia si aggiungono alcuni fenomeni strani, che lei è incapace di spiegarsi, e che si verificano di solito al risveglio: sono solo sogni? Forse no, visto che si manifestano anche odori e sensazioni di ricordi. La situazione precipita una sera, davanti alla TV, quando la protagonista, vedendo il volto di un attore sconosciuto, ha una reazione violenta. Conosce poi, per caso, Marco, che tiene dei corsi di "Cristalloterapia delle vite passate". Si sottopone ad alcuni trattamenti e poco alla volta cominciano ad emergere i ricordi di una vita passata, che si sovrappongono ad immagini e momenti del presente, portando gli eventi verso nuovi percorsi.
“[…] Era notte. Un vento gelido mi soffiava addosso gonfiandomi i vestiti.
Io, su un’altura, guardavo sotto di me una penisola tondeggiante immersa in un mare nero come la pece. Sulla penisola brillavano mille luci, splendenti come stelle. Mi sentivo euforica perché nel sogno sapevo di essere tornata a casa dopo un lunghissimo periodo di vagabondaggio.
“Bentornata a Sarajevo” diceva una voce maschile alle mie spalle. Bentornata a Sarajevo, dove c’è il mare. […]”



“Nessuna pietà per Pasolini”, di Stefano Maccioni, Domenico Valter Rizzo e Simona Ruffini.



“Nessuna pietà per Pasolini.
Il racconto e le rilevazioni inedite di chi ha fatto riaprire l’inchiesta sull’omicidio del poeta”.
di Stefano Maccioni, Domenico Valter Rizzo e Simona Ruffini
Editori Internazionali Riuniti, 2011
pp. 160, brossura
€ 16,00


Spiaggia dell’idroscalo di Ostia, ore 6:30. Una donna trova un corpo riverso sulla sabbia: è di un uomo martoriato, con il volto sfigurato dai copertoni di un’automobile che gli è passata sopra. Comincia così il mistero della morte di Pier Paolo Pasolini, una storia con ancora troppe zone d’ombra. Come ha fatto Pino Pelosi, reo confesso, a pestare a morte un uomo grande due volte lui? Come ha potuto tramortirlo colpendolo con un’asse di legno tanto marcia da sgretolarsi fra le mani? Perché le testimonianze di coloro che hanno visto il poeta in vita per l’ultima volta sono così discordi fra loro? Mille domande alle quali tre professionisti, un giornalista, un avvocato e una criminologa, cercano di dare risposta, indagando e verificando. Mille indizi sveleranno una pista inedita, che li porterà nella Catania tanto amata dal poeta e che rafforzeranno l’ipotesi secondo la quale, per capire l’omicidio, bisognerà guardare anche verso la Sicilia, ai soggiorni di Pasolini nella città etnea e al ruolo che personaggi dello squadrismo potrebbero aver avuto nell’agguato all’idroscalo.



venerdì 20 gennaio 2012

La Sicilia che vuole lavorare

Stasera non sono in vena di scendere a discussioni, a far capire i danni che hanno fatto all'immagine della Sicilia laboriosa, che si spacca la schiena ogni santo giorno e per cosa? per vedersi sfumare le commesse dal nord che ha dirottato le sue richieste al mercato estero (e questo io l'avevo previsto giorni fa), le aziende chiedono la cassa integrazione per i dipendenti dato che, non arrivando le materie da lavorare, si trovano loro malgrado in affanno. Ascolto poi la dichiarazione del presidente della CIA di CT, il quale asserisce che l'80% delle cooperative confederate si trovano ad avere i magazzini pieni di prodotti ortofrutticoli che saranno buttati. Ascolto poi Ivan Lo Bello, presidente di Confidinustria Sicilia, il quale afferma il pericolo di infiltrazioni mafiose nella protesta (e quanto mai la mafia ha fatto qualcosa per la società civile, qualcosa di positivo intendo). Oggi i panifici non hanno panificato. Come mai se ad Adrano c'è il mulino che produce farina?
Passiamo ad analizzare le condizioni in cui versano gli ospedali e chi cerca di portare, come per esempio, le bombole di ossigeno. Bene, a un furgone che li trasportava sono state tagliate le gomme. Ieri Richichi, presidente dell'aias, dice che garantiranno almeno i trasporti per gli ospedali. Le ambulanze ne vogliamo parlare? e che alcuni medici si sono rivolti ai Carabinieri per poter far trasportare dei vetrini contenenti prelievi di midollo osseo da Palermo a Padova. I Carabinieri hanno consegnato i vetrini nelle mani del comandante di un aereo diretto a Treviso ma che, causa nebbia, è stato dirottato a Venezia, e che questo li ha poi consegnati ai Carabinieri veneti.
Continuo ancora il mio sfogo della mia angoscia, perché questo porterà solo allo scontro fra noi stessi lavoratori. Questa non è una protesta per i siciliani ma contro di noi!
Persone costrette a mettersi in ferie perché sono a corto di carburante, o per non avere problemi nel ritornare a casa, e sottolineo a casa!
Per non parlare poi degli studenti che cavalcano sempre le proteste come scuse per non andare a scuola a studiare. Oggi a Palermo hanno commesso un atto gravissimo: hanno bruciato la BANDIERA ITALIANA, ma non è vilipendio?
Nessuno ha pensato che i braccianti che fanno parte del famigerato "movimento di forconi", ma voi lo sapete che gli tocca la disoccupazione agricola dopo un certo numero di giorni? perché loro sì e io licenziata per motivi di salute no? vogliamo parlare di questo?????????
Pomeriggio sono andata al supermercato e la cassiera subito mi ha fermato per chiedermi cosa mi servisse. Io ho risposto acqua e pasta. Gli scaffali erano pressoché vuoti. Siamo in guerra e non me ne sono accorta?
I trasportatori devono sloggiare le tende a mezzanotte, dato che la manifestazione era stata autorizzata sino a tale ora. Il movimento di forza d'urto o dei forconi rimarrà, candidamente, i blocchi. Ma un Paese civile può guardare in silenzio e accettare tutto ciò? i Prefetti chiederanno l'aiuto delle forze dell'ordine? il Ministro degli Interni che fa? Io e chi come me, e vi posso assicurare che sono tanti, questa protesta non la vogliamo, siamo alla paralisi. E non si possono prendere il lusso di bloccare la regione più grande d'Italia.
Facciamo un referendum e vediamo chi la vuole. Le persone con il cervello pensante sanno che tutto ciò è sbagliato, fortemente sbagliato, perché chi protesta non deve permettersi di obbligare anche chi non vuole. Personalmente, farei pagare a tutti loro i danni economici e d'immagine della Sicilia che lavora e che vuole continuare a lavorare!

Mi sono accorta che non sono l'unica a pensarla così. Infatti, curiosando sul sito del quotidiano "La Sicilia" ho trovato tanti commenti che vi invito caldamente a leggere. Un concetto che li accomuna è il seguente: il movimento dei forconi non rappresenta il POPOLO SICILIANO! Qui i commenti: http://www.lasiciliaweb.it/index.php?id=70101/cronaca/sciopero-dei-tir-in-sicilia-a-palermo-bloccata-lautostrada#commento

lunedì 16 gennaio 2012

Sicilia in ginocchio con il movimento dei forconi?

La protesta del movimento dei forconi è iniziata stanotte. I distributori di benzina sono chiusi per aver finito la scorta di carburante. Si prevede una settimana difficile per il blocco della circolazione delle merci nella regione. E i tg e giornali nazionali? semplicemente non ne parlano, come se il fatto non sussiste.
A chi interessa della Sicilia e dei Siciliani? neanche ai nostri politici che non si sono scomodati ad intavolare un tavolo di trattative.

Cosa ci sia dietro questo famigerato "movimento dei forconi" non lo so. I motivi che li portano a protestare sono giusti: le accise sui carburanti, chiedere delle agevolazioni per la loro categoria sull'acquisto dello stesso, chiedere che venga attuata (e sarebbe ora!) lo statuto speciale siciliano. Ma non condivido la scelta e il metodo dello sciopero/blocco. Che senso ha penalizzare noi siciliani? perché non bloccare Roma, allora, o Milano. Le reti e i quotidiani nazionali non parlano di questa situazione, come se noi non esistiamo. Già i benzinai sono a secco.

Se questa protesta possa servire ad un cambio di rotta della famigerata e politica siciliana e dei suoi politici, che ben venga. Ma non deve soffrire il singolo cittadino!

In un video, che gira su FB, un "fantomatico" portavoce dei manifestanti, in cui spiega che questo debba servire come una sorta di "primavera siciliana".

Cui prodest scelus is fecit... servirà solo a loro? non penso. Gli agricoltori piangeranno lacrime amare.


Leggi anche: "La Sicilia che vuole lavorare"


Chiara D'Amico

venerdì 13 gennaio 2012

PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA





Comunicato stampa

Ponte sullo Stretto di Messina

Le associazioni ambientaliste scrivono al Presidente del Consiglio Monti

“IL GOVERNO NON APPROVI IL PROGETTO DEFINITIVO
E SI EVITI IL PUNTO DI NON RITORNO DELL’AVVIO DEI CANTIERI”

In 245 pagine di osservazioni tutti i motivi di contestazione del progetto. Ad aderire anche diversi parlamentari.

Il Governo rigetti il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina, redatto dalla Stretto di Messina SpA (Concessionaria interamente pubblica) e da Eurolink (General Contractor -GC, con a capofila Impregilo), che costa 66 milioni di euro di fondi pubblici (come previsto nel contratto tra concessionaria e GC), per degli elaborati che, a giudizio delle associazioni ambientaliste, risultano essere estremamente carenti sia dal punto di vista tecnico che dell’impatto ambientale, naturalistico, paesaggistico ed idrogeologico, ed evitando così di superare il punto di non ritorno che obbligherebbe lo Stato a versare altri 56 milioni di euro per il progetto esecutivo e a pagare penali fino a 425 milioni di euro nel caso dell’avvio anche di un solo cantiere per l’opera principale o delle opere connesse. Si eviti così di continuare a congelare ingenti risorse utili per lo sviluppo del Mezzogiorno (il costo dell’intervento è salito dall’aprile 2010 al luglio 2011 da 6,3 ad 8,5 miliardi di euro: + 34%) che potrebbero essere meglio impiegate per il risanamento del territorio e per interventi di adeguamento e ammodernamento delle infrastrutture esistenti, a cominciare dal potenziamento delle ferrovie siciliane e dal completamento dei lavori dell’A3 Salerno-Reggio Calabria e della SS106 Ionica.

Le associazioni ambientaliste FAI, Italia Nostra, Legambiente, MAN- Associazione Mediterranea per la Natura -, e WWF nel corso di una conferenza stampa che si è svolta il 20 dicembre 2011 a Roma nella sala dell’ex hotel Bologna (sala del Senato della Repubblica), hanno annunciato di aver inviato nei giorni scorsi una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, in cui gli si chiede di proporre quale coordinatore del CIPE – Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (in accordo con il Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e dei Trasporti), che il Comitato consideri il progetto definitivo del ponte, a proprio insindacabile giudizio, non meritevole di approvazione (…) senza che il Contraente generale possa avanzare richieste per il riconoscimento di maggiori compensi e/o pretese, chiedendo, conseguentemente, che la Stretto di Messina SpA receda dal contratto pagando solo le spese sino a quel momento sostenute dal General Contractor (come scritto chiaramente nel combinato disposto degli articoli 11.11 e 44.4 del Contratto firmato il 27/3/2006 da SDM SpA e da Eurolink e registrato il 6/4/2006).

Gli ambientalisti ricordano che ci troviamo di fronte ad un progetto di un’opera che è stata cancellata lo scorso ottobre dal core network dei dieci corridoi delle Reti transeuropee (TEN-T) di trasporto su cui punta l’Unione Europea entro il 2030, che non è sostenibile per l’elevatissimo impatto ambientale, sociale ed economico e che è inutile per la mobilità del Paese: l’opera risulta essere straordinariamente sovradimensionata, poiché sarà utilizzata a regime in una percentuale compresa tra il 10 e il 15% della propria capacità.

Le associazioni ambientaliste, dopo aver mandato il 10 novembre scorso una diffida al Ministero dell’Ambiente sul corretto perfezionamento della Valutazione di Impatto Ambientale, rivolgono il loro appello al Presidente del Consiglio, sulla base delle valutazioni espresse in 245 pagine di osservazioni al progetto definitivo, elaborate da un gruppo di lavoro di 30 esperti e docenti universitari delle varie materie, inviate lo scorso 27 novembre, nell’ambito della verifica di ottemperanza della procedura di VIA speciale sulle infrastrutture strategiche, aperta l’8 settembre scorso.

Le associazioni si appellano al Presidente del Consiglio perché, come documentato nelle osservazioni (vedi scheda in coda), negli elaborati prodotti da SDM SpA ed Eurolink, il progetto manca di un quadro di dettaglio di opere connesse essenziali (quali la stazione di Messina, raccordi ferroviari lato-Calabria), non viene presentato il Piano Economico Finanziario, non viene prodotta un’analisi costi-benefici che giustifichi l’utilità dell’intervento, non è svolta una corretta Valutazione di impatto ambientale e non viene presentata la Valutazione di incidenza richiesta dalla Comunità Europea alla luce delle modifiche compiute, oltre che nelle opere connesse, sulla stessa struttura del ponte tra il progetto preliminare e quello definitivo, non si prendono in considerazione correttamente i vincoli paesaggistici e quelli idrogeologici. In conclusione un progetto così carente, a giudizio delle associazioni ambientaliste, non può essere considerato “definitivo” e deve pertanto essere considerato irricevibile.

Hanno dimostrato il loro interesse alle iniziative delle associazioni ambientaliste intervenendo alla presentazione di oggi: il senatore Giampiero D’Alia (UDC), il senatore Roberto Della Seta (PD), il senatore Gianpiero De Toni (IDV), il senatore Francesco Ferrante (PD), l’onorevole Francantonio Genovese (PD), l’onorevole Fabio Granata (FLI), l’onorevole Elisabetta Zamparutti (Radicali, eletta nel PD).

Per le associazioni ambientaliste sono intervenuti nell’ordine: introduzione generale di Stefano Lenzi, responsabile Ufficio relazioni istituzionali del WWF Italia; interventi di Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente nazionale; Nicola Caracciolo, vicepresidente Italia Nostra; Raniero Maggini, vicepresidente WWF Italia; Costanza Pratesi, responsabile Ufficio ambiente e paesaggio FAI.
Presentazione slides osservazioni su aspetti ambientali del progetto definitivo del ponte, Anna Giordano, coordinatrice del gruppo di lavoro delle associazioni e Responsabile Policy Natura 2000 WWF Italia; slides su aspetti economici e trasportistici del progetto definitivo del ponte a cura di Guido Signorino, professore ordinario del Dipartimento di Economia, Statistica e Sociologia dell’Università di Messina.

Segue:
Scheda di approfondimento “Il Ponte e le opere connesse – principali carenze e omissioni”

Roma, 20 dicembre 2011

Ufficio Stampa WWF Italia, Tel.: 06 84497 265/213; cell.: 349 1702762; email: ufficiostampa@wwf.it
Ufficio stampa Legambiente, Tel.: 06 86268376 - 79 – 99
Uffici stampa Italia Nostra, Tel. +39 3351282864; email: mariagrazia.vernuccio@gmail.com


Scheda di approfondimento
IL PONTE E LE OPERE CONNESSE: PRINCIPALI CARENZE E OMISSIONI

Le associazioni ambientaliste hanno presentato il 27 novembre scorso le proprie osservazioni in 245 pagine, elaborate da un gruppo di lavoro di 30 esperti e docenti universitari nelle varie discipline, nell’ambito della procedura di VIA sul progetto definitivo, in cui rilevano, tra l’altro che:

la procedura di VIA speciale per le infrastrutture strategiche (artt. 182 e seguenti del Codice degli appalti, Dlgs n. 163/2006), a giudizio degli ambientalisti, non è stata rispettata perché:
1. non viene considerato l’impatto dell’opera ponte che nella progettazione ha subito modifiche sostanziali sia per quanto riguarda lo sviluppo verticale (le torri sono state rialzate sino a circa 400 metri, rispetto ai 382,6 metri del progetto preliminare, ben più alti della Torre Eiffel, che con la moderna antenna televisiva raggiunge i 324 metri), sia per quanto riguarda l’orientamento lineare di un ponte sospeso ad unica campata di 3,3 km di lunghezza (spostamento del blocco di ancoraggio di 10 metri e conseguente spostamento delle fondazioni sui versanti siculo e calabro, con conseguente rotazione dei pilastri e della struttura principale), sia per quanto riguarda lo sviluppo orizzontale (modifica strutturale e dell’inclinazione dell’impalcato);
2. alcune delle opere connesse quale l’importantissima nuova stazione di Messina (spostata di localizzazione rispetto al progetto preliminare da via Santa Cecilia all’area di Gazzi), la variante stradale della città universitaria di Messina in Sicilia e la cosiddetta “fascia Bolano” di collegamento in Calabria con la prevista linea ferroviaria ad Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria sono a malapena alla fase di studio di fattibilità e non di progetto definitivo;

non è stata prodotta una Valutazione di incidenza (nel rispetto della Direttiva comunitaria Habitat e delle norme nazionali, Allegato G del DPR 357/1997 e smi) per un’opera principale che ha un impatto rilevante sulla fauna e sugli habitat (il ponte presenta sui due lati dell’impalcato circa 220 pendini – cavi verticali - che si dipartono dai 4 cavi principali - che sorreggono il ponte sospeso – della lunghezza complessiva di oltre 5 km e di un diametro di 1,24 metri ciascuno, accesi la notte con 4 diversi sistemi di illuminazione) e per opere connesse (20,3 km di strade su entrambi i versanti – 10,4 lato Sicilia e 9,9 lato Calabria - e 20,2 km di linee ferroviarie su entrambi i versanti – 17,5 lato Sicilia e 2,7 lato Calabria) che vanno ad incidere in un’area, dai Peloritani all’Aspromonte, specchio di mare dello Stretto di Messina compreso, che è interamente localizzata nelle due Zone di Protezione Speciale- ZPS della “Costa Viola” (Calabria) e dei “Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennammare e Area marina dello Stretto” (Sicilia), dove si trova l’importantissima zona umida “Laguna di Capo Peloro” e dove sono presenti anche 11 Siti di Interesse Comunitario – SIC, sottoposti al regime di particolare tutela dell’Unione Europea.
L’intera area è nota per la sua importanza su scala internazionale: costituisce, infatti, una delle rotte più importanti del Paleartico occidentale per la migrazione degli uccelli (il 64% degli uccelli presenti in Italia è stata osservata nell’area dello Stretto); corridoio studiatissimo, usato per il passaggio anche dai cetacei (ad es. capodoglio, stenella striata, balenottera comune) e da molte specie di pesci pelagici;

non vengono rispettate le misure di salvaguardia e le prescrizioni paesaggistiche (con sospetta violazione del Codice dei Beni Culturali, art. 146 e seguenti del Dlgs n. 42/2004). Si rilevano alcune “decisive omissioni” rispetto alla versione finale del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Reggio Calabria e della pianificazione paesaggistica vigente nell’Ambito 9 del messinese. Viene inoltre sottovalutato l’effetto barriera sullo Stretto di Messina derivante dai quasi 1,5 milioni di metri quadri di paratia verticale costituita dal ponte, da più di 40 km delle opere connesse (quali la nuova strada panoramica di Messina) e da cosiddette opere compensative assolutamente ingiustificate (quali il “Centro direzionale” a Villa San Giovanni in Calabria, che va a ridisegnare il lungomare della località Cannello) che si sviluppano sulle propaggini costiere dei due massicci dell’Aspromonte (lato Calabria) e dei Peloritani (lato Sicilia), a margine delle due aree densamente edificate della città di Messina e di Reggio Calabria;

non è chiaro dalla documentazione prodotta se siano state rispettate le perimetrazioni e le misure di salvaguardia di aree a rischio idrogeologico (ai sensi degli artt. 65 e 67 del Codice dell’Ambiente, Dlgs n. 152/2006) dei PAI - Piani stralcio di distretto per l’assetto idrogeologico sia in Calabria che in Sicilia;

non è stato prodotto il Piano Economico Finanziario, per stessa ammissione della SDM SpA che ha inviato una lettera l’8 novembre scorso in risposta ad una richiesta degli ambientalisti (disattendendo quanto previsto dall’Allegato XXI, dal Codice degli Appalti, Dlgs n. 163/2006, e dall’art. 4 della Legge Finanziaria 2004, legge n. 350/2003) per un’opera che costerebbe 8,5 mld, pari a mezzo punto di PIL, a fronte di una progressiva contrazione della mobilità nell’area dello Stretto di Messina, documentata dagli stessi progettisti, che negli ultimi 15 anni (1995-2010) ha avuto un tasso medio di decrescita del 2,6% l’anno (da 13,4 milioni a 9,9 milioni di unità l’anno) e di previsioni di traffico che, a regime, stimano un utilizzo del ponte che si aggirerebbe attorno all’11% della capacità complessiva (11,6 milioni di auto l’anno, a fronte di una capacità complessiva teorica dell’opera di 105 milioni di auto l’anno nelle due direzioni).

si aggiunga che la relazione trasportistica è carente e incompleta, metodologicamente questionabile, contraddittoria, non finalizzata a valutazioni costi-benefici (che il progetto definitivo non produce) e non costituisce ottemperanza alla raccomandazione n. 1 con cui il CIPE aveva approvato il progetto preliminare nell’agosto 2003. Nelle osservazioni tra l’altro si rileva che: non viene considerato il calo dei flussi di attraversamento dello Stretto; i tassi di crescita del PIL stimati per la Sicilia e la Calabria vengono incrementati di quasi il doppio per 12 anni, senza che sia prodotta una motivazione analitica di tale scelta; viene stimato un sostanziale e ingiustificato raddoppio del tasso di crescita della domanda di mobilità da/verso la Sicilia a partire già dal 2011. Inoltre si segnala che la mancanza di analisi costi-benefici e di Piano Economico-Finanziario non consente di intendere come, a fronte di un raddoppio dei costi monetari dell’opera (la gara nel 2005 fu vinta da Impregilo sulla stima di un costo di 3,9 miliardi di euro), un flusso di attraversamento identico alle precedenti stime possa garantirne la sostenibilità finanziaria.

La relazione sulla salute pubblica non contiene alcun elemento utile di conoscenza dell’impatto sanitario previsto della realizzazione dell’opera e non è adeguata per essere considerata “Valutazione di Impatto Sanitario” (VIS). Anche la descrizione della cantierizzazione (che costruirebbe un pesantissimo vincolo sul territorio con i suoi 17 cantieri operativi e i 9 siti di deposito dove saranno sistemati in via definitiva i materiali e che complessivamente vengono localizzati sui due versanti, con i relativi impatti su risorse idriche, atmosfera e consumo del suolo) è estremamente lacunosa e costituisce una vera e propria beffa per il delicatissimo assetto idrogeologico delle due aree costiere e montane dello Stretto di Messina. I 14 milioni di metri cubi di terre e materiali da scavo (9,715 milioni in Sicilia e 3,677 in Calabria) che verrebbero movimentati (quasi il doppio di quanto previsto nel progetto preliminare, che presentava una stima complessiva di 6,8 milioni di metri cubi), ben il 60,3% sul lato Sicilia (equivalenti a 5,859 milioni di metri cubi) e il 62,5% sul lato Calabria (equivalenti a 2,299 mln di metri cubi), sarebbero destinati ai cosiddetti Siti di recupero ambientale, che in realtà sono aree dove vengono collocati in via definitiva le terre e rocce da scavo, spesso localizzate a riempimento di aree di impluvio o comunque dal precario equilibrio idrogeologico come segnalato per la Sicilia nel parere reso dal Genio Civile di Messina.

Infine, le stesse descrizioni delle componenti geosismotettoniche, in una delle aree a più elevato rischio del Mediterraneo (dove nel 1908 si scatenò un terremoto di circa 7,1 magnitudo Richter che rase al suolo le città di Messina e Reggio Calabria) sono molto carenti, come dimostra il caso della “faglia scomparsa” (con piano immergente verso est, collocata subito fuori dell’abitato di Villa San Giovanni, lungo la SS18), dimostrato dagli esperti del gruppo di lavoro degli ambientalisti, non rilevata dagli estensori del progetto definitivo.




Leggi anche l'articolo su Repubblica del 20 dicembre 2011

giovedì 12 gennaio 2012

"Pompei 2012 D.C.", di Carlo Mirante.


"Pompei 2012 D.C."
di Carlo Mirante
blurb, 2012
pp. 80
copertina morbida € 28,95
copertina rigida, sovraccoperta € 38,95
copertina rigida, rivestita € 38,95

"Le strade ritornano ad essere calpestate, i carri ritornano a sfrecciare da una via all’altra, i passanti ritornano a dissetarsi alle fontanelle, i cani randagi ritornano nel vagabondare alla ricerca di cibo.
Gente, professionisti, impiegati, contadini, scolari, professori, giudici,
politici, ritornano a ripopolare l’antica città.
Ieri come oggi, la città ritorna a vivere, Pompei è Viva."


Viaggio fotografico nell'antica città distrutta dalla furia del Vesuvio, 80 pagine di foto, particolari, luoghi e altro. Anche in formato eBook.
(clicca qui per acquistare il libro)






mercoledì 11 gennaio 2012

There's nothing quite like a real book



Un bel video! Sembra come se i libri si leggessero fra di loro, scambiandosi emozioni, sapere, gioco. Non dovremmo mai smettere di leggere. Non c'è niente di davvero abbastanza come un vero libro!
There's nothing quite like a real book.

domenica 1 gennaio 2012

BUON ANNO !

* * * B U O N 2012 * * *
* * * A U G U R I * * * * *

Pensando anche a chi sta male, o in un letto di ospedale, a chi lavora e rischia la vita. A chi è solo, per propria scelta o per volontà altrui. Auguri!